A nulla è servito il tentativo di convincere Elisabetta Casellati da parte di Mantero.
Il senatore cinque stelle, da sempre favorevole al libero mercato della Canapa, ha presentato la scorsa settimana un subemendamento col quale si sarebbe finalmente regolamentata la vendita di Canapa industriale in tutte le sue forme, grazie a piccole accise.
Purtroppo, nella seduta di oggi, Casellati ha ritenuto opportuno respingere l’emendamento sulla Canapa dalla finanziaria.
Negli ultimi giorni, politici conservatori come Gasparri, Prestigiacomo e l’ex ministro dell’interno, si sono dichiarati apertamente contrari alla regolamentazione del mercato di Cannabis light.
C’è chi ha definito lo Stato “spacciatore” e chi ha rispolverato i classici slogan proibizionisti sulla pericolosità della sostanza… senza prendere in considerazione il fatto che la Canapa industriale, chemiotipo “Hemp type”, non conferisce alcun effetto drogante.
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In alcuni Stati europei la Canapa e i suoi derivati sono stati completamente regolamentati da tempo: Belgio, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca sono esempi di Paesi in cui non sono sorti particolari problemi alla vendita di CBD.
In Austria ci sono stati alcuni tendativi di bloccare il mercato da parte dei conservatori, mentre in Lussemburgo in primavera i prodotti al CBD sono stati materia di indagine da parte delle istituzioni governative per evitare che venisero violate normative europee in particolare su cosmetici e alimenti.
In Italia c’è la legge più permissiva in fatto di limite di THC in campo, lo 0,6%, contro lo 0,2% europeo, ma a poco serve se non possiamo commercializzare legalmente tutti i derivati della pianta.
La strada verso lo scioglimento di questo paradosso (e non solo) oggi sembra ancora più in salita..
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