Nel Nord Europa i governi puntano al buon senso: la guerra alla droga ha fallito e negli USA l’economia si è risollevata grazie alla Cannabis.
In Germania, la nuova ministra incaricata alle politiche sulla droga, Daniela Ludwing, ha dichiarato che il suo partito sta pensando da diverso tempo di aprire al mercato della Cannabis: “Il partito sta pensando da anni alla legalizzazione, anche perché di certo non si diventa dipendenti dopo averla provata una volta“.
La Ludwing fa parte del partito di centro destra bavarese, il CSU, ovvero l’unione sociale cristiana, che sarebbe l’equivalente del CDU della Merkel (unione democratica cristiana). Entrambi i partiti sono sempre stati conservatori ma, analizzando la situazione ecominica Oltreoceano, unita alle esigenze dei tedeschi, si sono convinti che la legalizzazione sia un passo da compiere al più presto.
Siamo in un periodo storico in cui l’ideologia dovrebbe essere superata dai fatti, e così sta accadendo nei Paesi che si reputano tra i più civili. Nel 2017 la Germania ha legalizzato l’uso di Cannabis terapeutica su tutto il territorio: decisamente in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, ma c’è da sottolineare che hanno organizzato meglio la produzione interna, rispetto ad altri, Italia in primis.
I tedeschi in soli due anni hanno coperto l’intero fabbisogno di Cannabis terapeutica, mentre in Italia lo stabilimento chimico farmaceutico di Firenze, l’unico ad avere la licenza per coltivare Cannabis, è riuscito a produrre a malapena 1/10 del fabbisogno nazionale, cifra che è approssimativa, perché la richiesta è in costante aumento.
In Germania si fiutano già le cospicue entrate che garantirebbe il mercato legale della Cannabis; si parla di più di sette miliardi nei prossimi 7 – 8 anni, ma anche queste sono cifre molto approssimative che potrebbero moltiplicarsi. Sia il CSU che il CDU sono propositivi in materia e dichiarano che con la legalizzazione, potrebbero usare gli introiti del gettito fiscale per contrastare il mercato illecito e controllare scrupolosamente la produzione e la distribuzione di Cannabis e derivati.
Probabilmente non passerà molto tempo prima che i tedeschi passino all’azione.
Più a Nord, anche la Filandia pare muoversi nella stessa direzione con una grossa differenza: si vorrebbe depenalizzare l’uso della Cannabis al posto di legalizzarla.
La scorsa settimana è stata depositata in Parlamento una petizione che conta pià di 50.00 0 firme riguardo la depenalizzazione di uso e possesso di Cannabis.
Tale proposta prevede di togliere la penale per chi esce di casa con meno di 25g e per l’autoproduzione di quattro piante nel proprio domicilio. L’unica restrizione è che solo una pianta alla volta potrà essere essicata per poi produrre la stessa quantità permessa per il possesso.
…per la serie “se avete il pollice troppo verde, lasciate perdere…”
Ci saranno poi delle multe amministrative per chi consuma Cannabis in pubblico in presenza di bambini, o in prossimità di parchi, dove le probabilità di dare fastidio a qualcuno possono essere concrete.
La Finlandia sceglie di volare basso e di non puntare direttamente alla legalizzazione per rimanere fedele al trattato dell’UN che prevede che nessuna nazione al mondo possa scegliere se legalizzare o meno la Cannabis, fino a quando questa sarà ritenuta una sostanza stupefacente potenzialmente pericolosa per la salute.
I promotori della petizione si dichiarano positivi, visto che la loro costituizione “obbliga” i politici a prendere atto della petizione e a discuterne. Quindi, sperano vivamente che avendo lavorato in questo modo si arrivi ad una proficua discussione in Parlamento che si tradurrà poi in legge.