A dicembre 2018 il governo aveva annunciato di voler rivedere la liceità del mercato del CBD per “fare test sulla sicurezza della commercializzazione e consumo di tali prodotti”.
La Spagna è stata la prima nazione in Europa a vietare la commercializzazione del CBD, sotto forma di olio, come integratore alimentare. A seguirla è stata l’Austria: già a dicembre, il Ministro per gli Affari Sociali, Beate Hartinger-Klein, annunciò l’intenzione di prendere posizione riguardo il mercato delle infiorescenze e del CBD.
Un mercato che in Austria sta fruttando milioni di euro, così come nella vicina Svizzera. Il ban, per adesso, si limiterà ai prodotti contenenti CBD, come olio, alimenti in generale ed anche cosmetici. Dal momento che il CBD è considerato come “novel food” dell’Unione Europea, non può essere commercializzato negli alimenti, fino a quando non verrà esaminato in maniera approfondita.
Visto che al momento non è prerogativa dell’Unione Europea condurre studi approfonditi in questo senso, probabilmente lo stop alla vendita di prodotti e derivati contenenti CBD sarà vietata.
Per ora il mercato delle infiorescenze sembra reggere, nonostante il Ministro della Finanza austriaco si è dichiarato contrario alla vendita di fiori di Cannabis nei negozi specializzati. L’Austria non sta vietando direttamente le infiorescenze ma sta ponendo dei limiti sulle spedizioni di Cannabis.
Come se non bastasse, il governo di ultra destra vorrebbe anche vietare la commercializzazione di semi e talee di Cannabis. Queste ultime sono legali in Austria, a patto che vengano mantenute in stato vegetativo, per “scopi ornamentali”. A vienna nel 1998 nacque Hemp Embassy, una struttura adibita a museo, resa famosa e storica, per via del suo mostrare piante di Cannabis mantenute in vegetativa a vita, finché morte non le accogliesse.
Anche Hemp Embassy, i cui fondatori sono anche i maggiori produttori di talee del Paese, per adesso si è presa un periodo di pausa, con la scusa di cambiare sede. I soci sostengono che torneranno più forti di prima in una nuova location, più grane e capiente per ospitare le piante più belle d’Europa.
Ecco il decreto firmato dal Ministro per gli Affari Sociali, l’equivalente di Fontana per noi. Tradotto in italiano,
“Gli estratti contenenti cannabinoidi, che sono posti sul mercato come alimenti o similari sono generalmente considerati come “novel foods” e pertanto rientrerebbero nella normativa dell’Unione Europea (EU) 2015/2283 [“Novel Food Regulation”]. Solamente cibi e derivati inclusi nella lista dell’UE possono essere introdotti sul mercato come alimenti oppure usati negli alimenti, a condizione di essere propriamente etichettati, nel rispetto della normativa. Al momento non c’è nessuna autorizzazione. Periò, il commercio di tali prodotti non è permesso.”
Philip Schmiedhofer cofondatore di CannHelp, azienda austriaca leader nel settore della produzione e distribuzione di Cannabis ad alto contenuto di CBD, in GMP (Good Manifacture Process) commenta così: “Le forti pressione che le lobby farmaceutiche hanno posto sull’Unione Europea hann o sortito i loro effetti”. In questo modo, sarà certo che le aziende farmaceutiche otterranno il monopolio sugli alimenti a base di CBD e relativi integratori alimentari.”
In altre parole, saranno le lobby farmaceutiche a decidere quali cibi ed integratori al CBD saranno salutari oppure no, permessi o proibiti.
the efforts of the pharmaceutical lobby and the implementation of the resulting “guidelines” by the EU Commission has been successful. It secures the pharmaceutical industry a unique monopoly on food and its “additives”. In other words, the pharmaceutical industry determines within its “positive list” what is now allowed and not allowed as “food”; what is healthy and what is not healthy.
Shmeidhopher continua spiegando che ha dovuto richiamare tutti i prodotti a base di CBD, oli, alimenti e cosmetici. CannHelp è passata da commercializzare 14 prodotti a 4. Ha dovuto richiamare gli oli al CBD, per rietichettarli: ora in etichetta è riportato “aroma product”. Ovviamente il governo non rimborserà un centesimo e il 50% di fatturato è svanito nel giro di un mese.
di Carolina Arzà
Fonte: https://www.cbdtesters.co/2019/02/03/austria-bans-cbd-products/?fbclid=IwAR27uQdPokO6KBjiPXvT5jsYA4eHtt7NLNpH7AhQVrYzlH7xE23RhXE22Zw
Comments 1
Buon Giorno, la ringrazio per questo articolo descrivendo bene la situazione in austria.
Volevvo avvisare che il Nome del fondatore cannhelp viene scritto Philip Schmiedhofer.
cari saluti dall austria.
David Neunhäuserer, Hanf Magazin