Cannabis, la migliore amica dell’uomo

Le piccole chicche di botanica di Pablos.

Sul numero 2 di MJPassion mi sarebbe piaciuto scrivere di etnobotanica, di piante affini alla Cannabis ma ritengo invece opportuno fare un bel ripasso proprio sulla nostra amata pianta, perché è emerso che sono in molti a non avere chiare le basi.

Il nome scientifico della più nobile delle piante è Cannabis, precisamente Cannabis, Linnaeus, in italiano il nome comune, volgare, è Canapa.

Tutti le piante e gli animali che sono stati classificati da scienziati, detti tassonomisti, portano nel loro nome scientifico anche il nome dello scienziato stesso. Idem vale per la Cannabis, classificata dallo svedese Linnaeus.

I più attenti avranno notato che non ho scritto Cannabis Sativa L. (Linnaeus) perchè esistono anche altre varietà non coltivate di Cannabis, ma spontanee; si possono ammirare ancora rari esemplari per le strade nepalesi, colombiane e bengalesi.

Il termine “Sativa” significa infatti “coltivata”, quindi si riferisce a varietà selezionate dall’uomo per gli usi che riteneva più necessari.

La Cannabis Sativa è quel ceppo che ci è rimasto per le mani: nel corso della storia è stata coltivata ovunque sulla terra, a qualsiasi latitudine per scopi alimentari, ludico – spirituali, terapeutici, tessili.

Fa parte della famiglia delle Cannabacee perché condivide similitudini con Ortica e Luppolo, come le infiorescenze ascellari, e ricoperte da brattee a loro volta ricoperte di ghiandole secretrici.

I fiori femminili sono riuniti in corte spighe ricche di brattee e ghiandole che secernono cannabinoidi, dette tricomi. I fiori maschili sono delle pannocchie lasse e portano un calice pentapartito e cinque stami. Il polline è una chiara polverina che cade dalle antere maschili giunte a maturazione. In genere la piante maschio di Cannabis raggiungono la maturità sessuale prima delle femmine

Più rare sono le varietà dette monoiche, che portano entrambi i sessi sulla stessa pianta.

La famiglia ancora più grande di cui fa parte la Cannabis è la quella delle erbacee: la Cannabis, è proprio un’erbacea che non presenta parti legnose ma fusto tipico erbaceo da non confondere assolutamente con un’erbaccia!

Col termine erbaccia si indica una pianta che infesta e danneggia piante già esistenti e che non ha alcuna utilità agricola. Ci sono poi delle erbacce che sono definite così ma hanno comunque un valore nutrizionale per l’uomo.

Quindi c’è una bella differenza di significato tra le piante erbacee e le erbacce, nonostante siano termini simili tra loro. Sia chiaro una volta per tutte che la Cannabis non è un’erbaccia.

Ricapitolando, la Cannabis, Canapa, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Cannabacee, presenta un ciclio annuale, ha una lunga radice a fittone, capace di raggiungere l’acqua in profondità anche considerevoli e ha un fusto eretto, più o meno ramificato a seconda delle sottospecie. Anche l’altezza è un fattore variabile e dipende dalla genetica e da come sono state messe a dimora le piante.

Le piantine germinano in primavera e fioriscono in estate inoltrata quando le ore di luce diminuiscono. L’unica varietà che non è sensibile al fotoperiodo è la Cannabis ruderalis, chiamata anche Canapa russa. È di piccole dimensioni e contiene pochi cannabinoidi in generale, la conosciamo bene perché è utilizzata per ottenere le piante autofiorenti.

La Cannabis Sativa è un’unica specie di piante che in natura presenta tre principali varianti chemiotipiche che, oltre ad avere differenze nella chimica hanno anche divergenze morfologiche.

Con il termine chemiotipo si intende una popolazione di piante o microorganismi che si differenzia rispetto a tutti gli altri membri della stessa specie per la composizione di alcuni metaboliti secondari. Un metabolita è il prodotto finale (o intermedio) del processo metabolico ad opera degli enzimi, piccole molecole catalizzanti capaci di attivare e guidare determinate reazioni, sono fondamentali per la riuscita delle reazioni stesse e quindi per la creazione di molecole.

Il chemiotipo I è definito come “drug type” perché ha un basso rapporto CBD/THC e molto THC.

Il chemiotipo II, detto “l’ intermedio” ha entrambi THC e CBD attorno al rapporto 1:1.

Il chemiotipo III, chiamato “da fibra”, contiene più CBD rispetto a THC, con valori di THC che difficilmente superano l’1%.

Tutte e tre le varianti di Cannabis sono determinate dallo stesso locus genico (B); i ricercatori hanno dimostrato che THC e CBD sono codominanti e che entrambi i cannabinoidi derivano dalla degradazione del CBG (Cannabigerolo).

Il CBG si trasforma grazie agli enzimi in CBD, THC e CBC. Sono gli enzimi stessi che determinano che cosa diventerà il CBG.

È importante riportare (ancora) che il team di ricerca di un importante studio di “molecular breeding” da parte dell’Istituto sperimentale per le colture sperimentali di Bologna decretò l’esistenza di altri due chemiotipi rari di Cannabis:

il chemiotipo IV che presenta il CBG come cannabinoide predominante e anche una percentuale di CBD con THC quasi nullo e il chemiotipo V che non presenta cannabinoidi determinanti a livello quantitativo e qualitativo.

E tutta questa roba Wikipedia non la cita ancora, nonostante ormai gli appassionati siano a conoscenza di tutto ciò.

In sostanza, e non è per fare tutta di un’erba un fascio, la Cannabis è un’unica pianta meravigliosa estremamente versatile e che ha sempre seguito le orme dell’uomo, accompagnandolo ovunque nel mondo e coadiuvandone lo sviluppo civile e sociale.

La Cannabis è una specie unica in grado di soddisfare qualsiasi richiesta da parte degli umani e può senza ombra di dubbio essere definita come la migliore amica dell’uomo.

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